Archivio di Stato di Modena

L’Archivio di Stato di Modena deve la sua particolare fisionomia alla singolare longevità e continuità della dinastia d’Este (poi d’Austria-Este) e alla circostanza che gli Estensi, quando nel 1598 abbandonarono Ferrara per trasferire a Modena la capitale dei loro Stati, vi trasferirono anche, quasi del tutto intatte, le proprie tradizioni di famiglia, di amministrazione e di governo e pressoché integro il relativo patrimonio archivistico.

Questo patrimonio continuò a crescere a Modena senza interruzioni consistenti e anche nel Diciannovesimo secolo trovò un diretto prolungamento in quello formatosi durante il dominio austro-estense. Esso può dunque essere considerato il nucleo costitutivo dell’Archivio di Stato, il quale di conseguenza, per la parte preunitaria, si presenta in primo luogo come il depositario della storia degli Estensi e del loro principato, al di là di quale sia stata di volta in volta la configurazione territoriale dello stato o la sua capitale.

Infatti del complesso non fa parte l’archivio del comune, cioè l’unico altro ente di antiche e autonome tradizioni che a Modena abbia avuto sede.

Non bisogna credere però che a questa fondamentale unità storico-istituzionale corrispondesse fin dall’inizio un organismo archivistico unitario. Al contrario, prima dell’unificazione nazionale, non si era sentita affatto nella capitale estense quell’esigenza di dar vita a un archivio generale dello Stato che, viceversa, si era manifestata in altre capitali.

Infatti quando nel 1860 venne affidato a Francesco Bonaini l’incarico di costituire un archivio centrale, egli, recatosi a Modena si trovò di fronte a tredici complessi archivistici da lui definiti “governativi”, il più importante dei quali si trovava ancora presso il palazzo Ducale ove era stato gelosamente conservato fino ad allora col nome di “Reale archivio segreto” e in seguito denominato “Archivio Segreto Estense”.

L’attuale Archivio di Stato, inizialmente chiamato “Archivio Governativo”, nacque appunto tra il 1860 e il 1863, dalla concentrazione della quasi totalità di questi fondi nell’edificio che ne è tuttora la sede ma rimase per allora articolato in due sezioni amministrativamente distinte, l’una detta “diplomatica” e accentrata attorno a quello che era stato il Reale archivio segreto, l’altra detta “di deposito” e costituita dal rimanente materiale. La partizione, da archivistico-burocratica, si trasformò però ben presto in cronologico-classificatoria, nel senso che la sezione diplomatica, diventata storica, si venne arricchendo di quasi tutte le scritture anteriori alla conquista napoleonica, fatta eccezione per gli archivi giudiziari, entrati più tardi, mentre quella di deposito, col nuovo nome di “moderna”, rimase limitata al periodo 1796-l860.

In seguito, sostituita nel 1874 la denominazione di Archivio Governativo con quella appunto di Archivio di Stato e scomparsa l’originaria suddivisione in sezioni, lo schema generale di classificazione subì numerosi e talora radicali mutamenti, i quali tuttavia operarono più sulla carta che sulle carte.

Il risultato di tali cambiamenti, è quello al quale si rifà Filippo Valenti, «salvo alcuni emendamenti intesi alla riesumazione di complessi archivistici originari», per la compilazione della voce “Archivio di Stato di Mondena” all’interno della della Guida generale degli Archivi di Stato Italiani.

Dopo la pubblicazione di tale voce, il patrimonio archivistico dell’Archivio di Stato di Modena non appare più come «un oscuro labirinto al quale gli studiosi accedevano con l’aiuto benevolo degli archivisti» , ma al contrario esso è accessibile a coloro che vogliano compiere ricerche.

All’interno della Guida, l’Archivio di Stato di Modena appare diviso in tre macro-aree: Stati preunitari, Regno d’Italia poi Repubblica Italiana e Catasti, Notai e Archivi non statali. La prima di queste è ulteriormente divisa in Antichi regimi, Periodo Napoleonico e Restaurazione. A sua volta Antichi Regimi si divide in Archivio Segreto Estense, Archivi Camerale e Archivi Giudiziari (vedi fig. 7 ).