Lettera 163

Camporgiano, 2 agosto 1524, al Duca Alfonso I d’Este

Ariosto riporta il tentativo andato a vuoto, da parte del capitano di Reggio, di catturare dei banditi asserragliati nella chiesa di Soraggio: il commissario stesso si muove per portare aiuto ma per strada riceve una missiva che lo informa della cattura del figlio e del nipote di Bastiano Coiaio, criminali di basso lignaggio, e della fuga dei ben più temibili Battistino Magnano e Margutte da Camporgiano. Il fallimento dell’impresa viene deprecato con un tono particolarmente dispiaciuto, e non tarda ad insinuarsi il sospetto che il Capitano preposto all’azione abbia fatto in modo che i banditi si avvedessero dell’arrivo del suo manipolo d’uomini. Emerge poi come Ariosto sia particolarmente attento alla situazione delle fortezze strategiche situate nel territorio e non esiti a far presente al Duca i provvedimenti che sarebbero da prendere per le varie rocche: necessario è il rafforzamento della rocca di Camporgiano e di altre rocche strategiche e al contempo la distruzione di quelle abbandonate, onde evitare che diventino covo di banditi. Il Servitor consiglia inoltre al Duca, con una certa fermezza, di rigettare le domande di grazia (che gli sarebbero giunte di lì a poco) dei banditi che hanno difeso il paese nel passato pericolo dell’invasione da parte dell’esercito di Giovanni dalle Bande Nere.


llustrissimo et excellentissimo Domino Domino meo singularissimo Domino Duci Ferrariae etc. Ferrariae.

<Illustrissi>mo et excellentissimo Signor mio. Hebbi da vostra excellentia l’aviso come ella havea <comm>esso al capitano di Reggio che mandassi a Soraggio per pigliar quelli <band>iti ch’eran ne la chiesa, et io per esserli più presso a dar soccorso s<e biso>gnasse mi mossi con li schioppeteri verso Camporeggiano, e <sùbito> incontrai uno che mi diede una lettera di Iacomo di Passino, Capitano de li cavalli liggieri di Reggio, per la quale mi avisava che la sera dinanzi era giunto a Soraggio et havea trovato in la chiesa un figliolo et un nipote di Bastian Coiaio et altri compagni, circa 10, e tutti li havea presi, e che li menava verso Reggio; ma il medesimo messo che mi diè la lettera mi disse che alla giunta di questo Iacomo di Pasino a Soraggio, Battistino Magnano e Margutte da Camporeggiano, banditi et assassini publi<ci6gt;, eran con gli altri, ma che facendo lor spalle quest’altri che n<on> eran banditi se n’erano fuggiti, e che ci havean havuto tempo perché havean veduto venire li balestrieri da lungi, imperhò <che> questa compagnia era giunta a Soraggio su le 22 hore: de <la qual> cosa ho havuto dispiacere che questo Iacomo non sia stato tant<o> aveduto, che non habbia saputo giungere di notte, o su l’alba, sì che non s’habbia lasciato vedere prima che sia stato lor ad<osso>. Io non so se l’habbia fatto scioccamente, o pur d’industria, per<ché> di poi m’è stato detto che la moglie di Bastiano Coiaio è pte di Iacomo di Pasino:
sit quomodocumque, io sento grandissimo d<ispia>cere che quelli dui ribaldi sieno campati. Donatello <con un a>ltro bandito detto Venturello s’era partito poco prim<a. Io non> so che farà il capitano di Reggio di questi che son stati <menati> prigioni: non saria mal di dar lor qualche ricordo, che semp<re non> havessino a favorire e star con banditi: e forse chi li ex<a>minasse intenderia da loro qualche andamento di questi ribaldi; vostra excellentia farà quello che gli parà. <Hie>r sera fui alle Verugole, e trovai quella ròcca forni<ta solo di tutti> li disagi: ho detto al castellano che mi mandi la che pare che ancho sarà portatore di questa. Io non mi partirò da C<amporeggiano>, dove sono hora, che gli farò provisione di tutto quello c<he occorrerà>; ma ho da far con mali villani. Hieri feci chiama<re a paramento perché facessino provisione di quattro guardie <da porre> ogni notte in le Verugole: mi risposeno che non lo vole<vano fare per>ché non erano obligati, e che pagavano per quelle ròcche 4 bolognini il dì, e che toccava a vostra excellentia farle guardare, e <non già> ad essi: pur impetrai dopo molte parole che ne mandassi<no> due per 15 giorni, tanto ch’io havessi scritto et avuto <da> vostra excellentia risposta, e dificilmente furon contenti. Come <già> quella può sapere, il luogo è grande, e col suo salario compito se vi solea tenere 14 persone, sette per ròcca: hora che la cosa è ridutta a cinque, male si potranno guardare, cioè quando accadessi qualche novità di guerra; ma quando fossimo liberi da quel sospetto, credo sieno assai : pur Bernardino da l<e> Doccie non sta molto sicuro, mentre che queste genti del S<ignore> Giovannino stanno in Lunigiana, che partendosi la sera potriano essere all’alba alle Verugole; e per questo m’ha pregato, et io son stato contento di darli dui di questi schioppeteri app<resso>. La provision più necessaria, che è di fare murare una porta che non è molto importante, che serà più sicura che far di novo, perché è marza e guasta, e far conciar la cisterna, far<ò prim>a ch’io mi parta di qui: et ho pur disposto gli homini che questo <fara>nno a sue spese. Circa il resto io vederò li suoi capit<oli>, e quello che sarano obligati vorò che facciano. Del re<sto vostr>a excellentia serà prima avisata che si faccia altra spesa. Qui ne la ròcca di Camporeggiano ho posto Santo Iacomello Cas<tella>no, la quale similmente è senza provisione alcuna: di ques<ta> similmente, come di quell’altre, farò poi c’havrò veduti <li capi>toli di questa Vicaria: ma poca spesa farebbe questa V<icaria> molto forte; e fortificata questa conosco <che in queste parti> non sariano di bis<ogno altre fortezze né di fare altra spes>a; e poi vi porrò dui fanti finché vostra excellentia mi avisa 6lt;diversamente>. Altra persona non saprei che porvi, perché nessuno del pa<ese6gt; saria buono, né nessuno vi voria entrare, se non sa<pesse> d’havere la provigione: di che vostra excellentia non me ne dà aviso <alc>uno. Vostra excellentia scrive che manderà ancho un capi<ta>no a Camporeggiano, e non ha mandato se non quello de <le> Verugole. Non so quanto habbia determinato, ma dico be<ne> secondo il mio parere che staria meglio un castellano in la ròcca di Camporeggiano che in le Verugole, per essere più utile a que≶sti> homini che in Camporeggiano stessi un poco di guardia che in le Verugole, che è lor più lungi, et ancho mi pare che con poca poca spesa la ròcca di Camporeggiano si faria molto più forte <che quella> de le Verugole, et è di minor guardia assai; p<ur a quella> sta di fare il parer suo. Ma riparato e previsto <a queste> tre ròcche, Verugola, Camporeggiano e Sassi, meglio sar<ia> minar l’altre, o smantellare e aprire di sorte che band<iti> o altri nimici non vi potesson alloggiar dentro; ma <me>glio e più pace del paese saria a guardarle. Ècci ancho la ròcca di Trassilico, che quando vostra excellentia non vi vog<lia> porre altro castellano, non saria forse mal fatto che <il> potestade vi stesse dentro, poi che a quella pare che’l p<otestade> habbia da stare a Trassilico, perché vi staria esso più s<icuro>, e saria causa che quelli homini la terriano riparata, c<ome> sono obligati; et intendo che è condotta a tal ruina, <che> forse il volere ripararla sarebbe horamai tardi: pur quando questa fosse volontà di vostra excellentia la anderei o manderei a vedere. Circa alle ròcche, sia per ora detto assai. <Di q>uanto vostra excellentia mi scrive di far salvo condotto a quelli <banditi>, che per la lettera venuta da parte di questi homini <p>aese è stata di suplicare vostra excellentia che habbia per racco<mandata questa pro>vincia e per sua salute faccia le provisioni necessarie; ma dimandare salvocondotto o gratia per Batistino Magnan<o> e Donatello e Venturello, e certi altri assassini e di pessima sorte, vostra excellentia sappia che né il commune, <né> homo da bene è stato chiamato a questo, ma Pierin Mag<nano> e M.ro Zan Piero et Acontio, c’hanno fatto una lega <in>sieme e voglion guidare ogni cosa a lor modo, con ser Evangelista, hor cancelliero de la communità, hanno fatto que<sta> lettera a vostra excellentia, senza chiamar consiglio e senza participatione d’alcun altro. Se questi ribaldi fosson banditi per uno homicidio o dui soli,vostra excellentia potria compiacere, non dico il comm<u>ne, ché esso non domanda questo, ma ciascun di questi particolari: <ma> il volere far gratia ad amazatori publici, assassini, e che non vivon se non di porre taglie, se tutto il mondo ne preg<as>se vostra excellentia, quella non lo dovria fare. Li balestriero che fo mandato di qui con lettera di credenza, è homo da bene per sold<ato>, ma è tanto di questa parte talliana per haver per moglie u<na> parente di ser Evangelista, ch’io dubito che habbia detto <a> vostra excellentia a favor d’una de le parti et a biasmo de l’altra più che non richiede il dovere, e maxime c’habbia fatto g<randi> li meriti di questi banditi, li quali se son venuti in favor di questo p<aese>, vostra excellentia non creda che sia stato perché gli siano tanto affecti<onati> più de gli altri, ma per difensione de la lor factione, vedend<o che> con li nimici veniva il Cornacchia e li figlioli di Pier <Ma>dalena e quelli da Ponteccio, cioè Ulivo et il fratello <che sono> lor nimici capitali: pur e di questo come de l’altre cos<e> mi rimetto a vostra excellentia. Di quanto anchora ha<avrò ma>ndato a dire a bocca, che sono stati de li nost<ri> pesa; pur se vostra excellentia mandasse persona qui, di questo intell<igente più d>i me, havutone la sua relatione se ne potria consigli<are>. Ma hora hora, ho havuto aviso che’l capitano Todesc<hino che fu> ferito è morto. Un che gli attendeva ne la sua inf<ermitade, et> a chi io havevo commesso che meglio che potea si sforzass<e di> cavarne quel che l’havea mosso a venir in qua, mi ha riferito che sino a la morte è stato nel <fer>mo proposito che’l Signore Gianino nulla ne sapea, ma che quel giudice da Fivizano l’havea mosso con speranza che, succedendo le cose ad vota, il Signore Gianino dovesse esserne contento e pigliar questa excusa che li homini l’havesson chiamato. Io scrissi a vostra excellentia che la Bastia era perduta; di poi hanno havuto Monte di Simone, dove hanno preso il Marchese Spinetta e moglie e figlioli. Si dice che v’è stato tradimento. Son per ire a Fosdinovo, dove il Marchese Lorenzo si fa forte, et ha aiuto da San Georgio. Altro non occorre. A vostra excellentia mi raccomando.

Camporegiani, 2° Augusti 1524.
Servitor Ludovicus Ariostus

METADATI

  • Mittente: Ludovico Ariosto
  • Destinatario: Alfonso I d’Este
  • Data:2 agosto 1524
  • Luogo di spedizione: Camporgiano
  • Collocazione: ASMo, Archivio segreto estense, Cancelleria, Archivio per materie, Letterati, b.3, fasc. 56.