Lettera 46

Castelnuovo, 2 ottobre 1522, a Obizzo Remo, segretario del Duca Alfonso D’Este

Ariosto si compiace del fatto che il Duca approvi la sua proposta di un accordo con le autorità lucchesi e fiorentine in fatto di giustizia. Diverse persone con pendenze processuali e chiamate a comparire pregano il commissario estense di posticipare il loro viaggio a Ferrara, probabilmente per le impegnative spese che esso comportava. L’Ariosto, acconsentendo alle richieste degli imputati, si lascia andare ad una accorata confessione in cui denuncia la sua incapacità di governo a causa della troppa compassione. Egli fa poi riferimento alla venuta a Ferrara di due balestrieri, pregando che non vengano spostati di loco. Nelle righe finali compare un auspicio per una ricomposizione dei rapporti con il papato per la restituzione di Modena e Reggio Emilia e il riconoscimento dei possedimenti della Garfagnana.


Magnifico mihi honorando Domino Opizo, Remo ducali secretario etc. Ferrariae.

Magnifice mihi hn.me. i ho havuta una lettera del Signore nostro mandatami da Christophoro Casanova da Sextola in risposta di la grida de la quale mandai la copia. Del procedere contra li assassini da Ponteccio e gli altri banditi, non dubitate ch’io ‘l faccia senza il consiglio del capitano qui, e ch’io possa essere imputato di far contra ragione. Mi piace che’l Signore sia contento ch’io pigli accordo con Signori luchesi e fiorentini, che li lor banditi non sieno sicuri sul nostro, né li nostri sul loro: io tratterò la cosa maturamente, sì che vada di pare, e non habbino vantaggio da noi. Credo che a quest’hora habbiate Pierino a Ferrara. A Bastiano Coiaio ho dato alquanto di dilatione, e non lo astringerò a venire altrimente finché io non habbia risposta alle lettere che circa questo ho scritto a vostra Magnificentia; e ser Evangelista, in nome di questa communitade, ha scritto al Signore il testificato di havere esso dato recapito a’ banditi. Per un’altra mia havrete veduto esso viene malissimo volentieri, e dice che questa è la sua ruina, e mi prega e mi fa mille croci ch’io faccia opera che non venga. Io gli ho compassione; pur in questo mi rimetto a chi ha miglior giudicio di me, et a chi la misericordia non corrompe la giustitia: io ‘l confesso ingenuamente, ch’io non son homo da governare altri homini, ché ho troppo pietà, e non ho fronte di negare cosa che mi sia domandata. Li balestrieri che seranno exhibitori di questa son dui homini da bene e bene in ordine e valenthomini; quanto gli ho saputo imputare è che hanno moglie in questa terra: io li raccomando a vostra Magnificentia che faccia che non perdano il lor loco. Ce n’è restato un altro, detto il Magnano, il quale per essere amalato non ha potuto venire: venirà più presto che potrà; prego Vostra Magnificentia che operi che per questo non perda il suo loco, ché ancho così mi promise mastro Giovanni Ziliolo. Quest’altri che restanranno isogno, e non accade mutarli per adesso altrimente. Quel Giovanne Frascolino che vostra Magnificentia mi raccomanda, non è comparso; se fin adesso non è partito da Ferrara, non curo che venga altramente, né lui né altri, perché di questi ch’i’ ho mi contento. Ringratio Vostra Magnificentia de l’aviso che mi ha dato del Signore Don Hercole, e così starò con speranza di meglio; e che quello che fu promesso a m. Ludovico Cato in Spagna sia quello che tutti desideramo. Altro non occorre al presente; a Vostra Magnificentia mi raccomando.

Castelnovi, 2 Octobris 1522.
Di Vostra Magnificentia
Ludovico Ariosto.

METADATI

  • Mittente: Ludovico Ariosto
  • Destinatario: Obizzo Remo
  • Data: 2 ottobre 1522
  • Luogo di spedizione: Castelnuovo
  • Collocazione: ASMo, Archivio segreto estense, Cancelleria, Archivio per materie, Letterati, b.3, fasc. 12.