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Lettera 137
Illustrissimo et excellentissimo Domino domino meo observandissimo Domino Duci Ferrariae.
<p><Illustrissimo et excellentissimo Si>gnor mio. Se vostra excellentia havesse havuta una mia lettera per <la quale> significavo che colui ch’era venuto in favor di ser Tomaso <Micotto> in nome de la Vicaria di Trasilico, era stato mandat<o d>a alcuni pochi che sono con il lor potestade in liga a rubare et a scorticare il resto de la Vicaria, non credo che fosse stato prestato più fede a quella lettera, che falsamente era in nome di tutta quella Vicaria, che alle mie, che non contengono mai falsità né bugia alcuna. Io havevo data quella lettera ad uno da Cicerana, il quale penso che la portò in luogo ove fu aperta e non lasciata <and>ar più innanzi, e credo che sia rimasa qui a Castelnuovo. Pur, ritrovandosi il capitano di Castelnuovo costì, e volendo vostra excellentia pigliare informatione che homo sia detto ser Tomaso, e <qu>anto tiranicamente e contra la volontà de li tre quarti <di> quella Vicaria occupa quello officio, esso capitano ne <pot>rà dare vera informatione a quella; e se ancho gli pare di far scrivere a qualc’homo da bene particolare in questa <pro>vincia, e dimandare informatione di costui, credo che <t>utti riferiranno a una voce che gli è un gran tristo, sal<vo> Pierino Magnano che è suo cognato, che perhò, se gli <è> dato sacramento, non lo sapria negare, e Bastiano Coiaio <che pur> non ne diria male, parte perché è cognato d’un suo p<arente>, parte ché sua natura è d’havere la protezione <de li> giotti; tutto il resto si concorderiano meno <V>ostra Signoria che s’habbia quando se <ne la> ellectione di questo potestade si havesse a chiama<re un homo per c>asa, et alla presentia del commissario s’havesse a porre <il parere per> ballotte, che così la cosa succederia senza fraude; <ma dove> solo se ha da chiamare li Sindici et officiali de li commu<ni> che lo ellegano, li poverhomini ne restano fraudati, perché t<tutti questi> Sindici et officiali ogn i ano si elleggono per volontà de <gli> officiali e Sindici vecchi e del potestà, sì che haver<anno> ser Tomaso. E chi tien con lui disegnato di continuare <nel> suo officio, han procurato che siano fatti sindici et of<fi>ciali quelli che san che saranno in suo favore, et adesso son <certo> che non cesseran per mezo di partiali e per tutti li altri <nominati> di confermare questi ellectori ne la sua intentione; <ma se> un homo per casa havesse da dare il suo parere a ba<llotte>, nessuno potria essere ingannato. Esso spiera che <al tempo> che sarà il termine del suo officio io non abbia <ad essere qui>, e che havrò havuto il successore; e che poi guid<erà le cose> meglio a suo modo che non potrà fare essendoci io, <come> mi è stato riferito che Bastiano Coiaio ha detto. <Non havendo a> star qui, quando fosse con bona gratia di vostra excellentia, e <trovandomi da6gt; quella proveduto o d’altro officio più vicino, o d<i esserle> appresso, con conveniente condicione, io havrei di gra<dimento> il levarmine; non di meno, o dovendo star qui o dov<end partirmi>, sempre desidererei che la iustitia ha<veste luogo> che quello ch’io scrivo stratiati e depressi. Vostra excellentia determini q<uello che le pare>: a me basta di essere scarigato appresso a Dio <et a gli h>omini che vedono come le cose passano, che per me non <altro si cer>ca che la giustitia habbia luogo. Et in buona gratia <di> vostra excellentia mi raccomando sempre.
Castelnovi, 23
Ser