Nota paleografica

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Gemma Guerrini Ferri sottolinea come, dallo studio delle carte boiardesche, emergano tratti distintivi e peculiari di una scrittura corsiva usuale, non particolarmente interessata agli esiti calligrafici ed eseguita senza intenti estetizzanti. La scrittura usata dal Boiardo nelle sue epistole autografe è una particolare tipologia grafica ovvero «la corsiva destrogira del Quattrocento di andamento molto veloce eseguita con mano abile, rapida ed esperta, […] la cui esecuzione è resa estremamente rapida dalla caratteristica morfologica delle lettere particolarmente adatte e funzionali alla realizzazione delle legature; poche sono infatti le lettere che non legano tra loro e, quando ciò accade, il motivo va ricercato nella necessità di distinguerle le una dalle altre senza che si confondano tra loro».
Le minuziose indagini paleografiche condotte dalla Guerrini hanno dimostrato come la scrittura del Boiardo rispecchi i tratti più peculiari della cancelleresca all’antica, della quale se ne riconoscono alcune caratteristiche morfologiche costanti. Si riportano di seguito tutte le indicazioni e i tratti distintivi e peculiari della scrittura boiardesca, fornite in merito dalla studiosa:
• la h racchiude l’ansa su se stessa e lega solo a sinistra, ma non di rado scende sotto il rigo per risalire verso destra e legare con la lettera seguente, secondo l’andamento ricorrente nella mercantesca.
• la a è sempre corsiva. Lega a sinistra con un trattino orizzontale d’attacco, anche quando la a si trova ad inizio di parola ad indicare che non è un tratto giustapposto ma costitutivo della lettera.
• La a e la o seguono talvolta l’andamento destrogiro, altre quello sinistrogiro; in quest’ultimo caso spesso rimangono aperte in alto.
• La c è seguita in uno o due tempi; in questo caso lega a sinistra con la lettera che precede mediante un tratto che si innalza e si raddoppia abbassandosi sul rigo, per concludersi poi in alto con un secondo tratto orizzontale che serve da punto di attacco per la legatura con la lettera seguente.
• La è spesso completata dal puntino.
• la s, la f e la g legano anche a sinistra raddoppiando le aste e talvolta formano occhiello sotto il rigo (della s anche in posizione finale).
• la e è sempre destrogira, con forma angolare che le permette di legarsi sia a destra che a sinistra oppure – più raramente – in tre tratti (con i primi due fusi insieme e allungati in legature) e eseguiti in uno o due tempi.
• la d cancelleresca ha l’asta raddoppiata per legare a destra dall’alto oppure dritta e senza occhiello.
• la g, eseguita con andamento destrogiro, è appesantita dall’occhiello inferiore abbassato e largo e sempre chiuso; si lega con la lettera seguente sopra il rigo. Peculiare del Boiardo è l’abitudine di rendere più evidente e grande la pancia della g con una passata di penna eseguita a conclusione del tratteggio della lettera oppure della parola che la contiene.
• rara inserzione di z maiuscole nel corpo delle parole.
• sporadico impiego di una r dalla fisionomia simile a quella dell’antiqua cui è però annesso un piede rivolto verso destra; in fine di parola la r presenta talvolta, oltre alla lunga asta verticale, il ricciolo sviluppato in uno svolazzo.
• la r è quasi sempre tonda o solo raramente assume una forma vicina a quella della antiqua: in questo caso viene aggiunto un piede rivolto verso destra presentando un tratteggio che sembra eseguito in un tempo solo.
• la x condotta in uno o due tempi, il cui secondo tratto scende molto sotto il rigo e poi risale descrivendo una stretta ansa.
• nella datatio delle epistole le serie di quattro numerali romani riferite alle decine (x) condotti in un solo tempo scendono progressivamente sotto il rigo.
• la rapidità di esecuzione rende molto frequente le legature tra le lettere
• la b, la p e la o (talvolta la q) non legano a destra.
• L’omissione della e dopo ch è resa dalla consuetudine di continuare l’ansa della h sotto il rigo, di volgerlo verso sinistra sotto il corpo della c per girare risalendo intorno a quest’ultima fino a tagliare l’asta della h.
• le abbreviazioni riguardano soprattutto i titoli onorifici e sono eseguiti per sigla o troncamento.
• l’omissione delle nasali è segnalata dal tradizionale trattino orizzontale soprascritto., tracciato come continuazione dell’ultima lettera che precede la nasale per indicarne la caduta.
• Talvolta è usato il nesso et in forma piuttosto stilizzata.
• le maiuscole sono riservate solo ai nomi propri o ai titoli.
• L’unico segno di punteggiatura è il punto a mezza altezza, utilizzato soprattutto per distinguere ed evidenziare le sigle.
• All’interno delle epistole l’attacco è ben evidenziato con la prima parola (Illustrissimo) abbreviata in maiuscole di modulo grande.
• il testo è ben centrato nella pagina e i margini sono esigui.

La lettera più caratterizzata, e che è stata la più utile nelle operazioni di riconoscimento, è la a cosiddetta “a mascherina” così tratteggiata: inizia dall’alto e prosegue con andamento sinistrogiro a chiudere verso il punto d’avvio; ma invece di fermarsi nel punto in cui interseca il punto d’avvio, il tracciato prosegue e, incrociando la linea iniziale, che risulta lievemente sporgente verso destra, prosegue verso l’alto; da qui, incurvandosi verso destra e poi in basso, prosegue fino a toccare il rigo con un piccolo piedino d’appoggio.