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Lettera 66
Illustrissimo et excellentissimo Domino domino meo sin
Illustrissimo et excellentissimo Signor mio. Essendo io a questi giorni a Ferrara, accade che dui figliuoli di ser Evangelista dal Silico intraro qui a Castelnovo una notte travestiti in casa d’una giovane, la quale, anchora c’habbia nome di far piacere segretamente ad un homo da bene di questa terra, pur non è puttana d’ognuno, e sta e pratica senza essere schivata con le donne da bene; e gli messero le mani adosso per tirarla per forza di casa: ella gridò e fu aiutata. La matina si venne a dolere al capitano. Per questo un figliolo di ser Evangelista, deto prete Iob, il quale è chierico ordinato in sacris, trovò la madre de detta giovane, e gli ruppe la testa e lasciò per morta: et è stata molti dì in pericolo di morire. Per questo il capitano gli processe contra e lo condennò in 200 lire. Ser Evangelista produsse le bolle de li ordini del figliolo, e fece venire una inhibitoria dal Vescovo di Lucca: per questi, et ancho per altri rispetti, il capitano cessò dal procedere, in modo che’l detto prete Iob è tornato a Castelnovo. Questa cosa è di mal exempio, et a me spiace sommamente; e se non fosse che io temo le censure ecclesiastiche per haver beneficio, io non guarderei che costui fosse prete, e lo castigherei peggio che un laico; e quando io non potessi fare altro, almen li darei bando: ché se bene li Signori temporali non hanno potestà sopra li chierici, pur mi pare che né ancho li chierici debbiano poter star nel dominio de li detti Signori contra lor volontà. Io n’ho voluto scrivere a vostra excellentia, acciò che quella gli faccia quella provisione che le pare, e d’ogni cosa che determini dia più presto al capitano la commissione che a me, perché esso non ha beneficij come ho io. Et in buona gratia di vostra excellentia humillime mi raccomando.
Castelnovi, 17 Aprilis 1523.
humillimus Servitor Ludovicus Ariostus.