Lettera 139

Illustrissimo et excellentissimo Domino D. meo sing.mo Domino Duci Ferrariae etc. Ferrariae.

Illustrissimo et excellentissimo Signore mio. Se vostra excellentia non mi aiuta a difendere l’honor de l’officio, io per me non ho la forza di farlo; ché se bene io condanno e minaccio quelli che mi disubidiscano, e poi vostra excellentia li absolva, o determini in modo che mostri di dar più lor ragion che a me, essa viene a dar aiuto a deprimere l’authorità del magistro. Serìa meglio che, s’io non ci sono idoneo, a mandare uno che fosse più al proposito, che guastando tuttavia quello che bene o male io faccia si attenuasse la maestà del commissariato, sì come è accaduto ne la rivocatione de la lettera già registrata, come ne l’absolutione di ser Tomaso e confirmatione c’habbia a proseguire l’officio fin al suo termine, et altre cose che non voglio hora replicare. Se tale ignominie si facessine a me solo, non ne farei parola, perché vostra excellentia mi può trattare come suo servo; ma redundando tali incarichi più ne l’honor de l’officio e subsequentemente a far le persone con chi ho da praticare più insolenti verso li lor governi, non mi par di tolerarlo senza dolermine a vostra Signoria. Di nuovo vostra excellentia può havere inteso, perché n’ho scritto a mastro Bonaventura (se quella lettera sarà perhò giunta prima di questa), come quelli da le Verugole hanno prigione quel Genese che amazzò il conte Giovanni da San Donino; et io mandai sùbito sùbito un messo e poi li balestrieri per farlo condurre qui. Essi ricusaro di darmilo, dicendo che n’haveano avisato mastro Bonaventura, e finché non havessino la risposta non erano per farne altro. Parendomi che non ci fossi l’honore de l’officio, riplicai con lettere che essi lo conducessino qui, e mettessino per loro chi volessino che intervenisseno alli examini, ch’io non ero per farne se non quanto volea la giustitia. Non mi hanno rescritto altro, se non che m’hanno mandato a dire a bocca pel messo che non me lo vogliono dare, et hanno di più usato parole, prima alli balestrieri e poi al secondo messo, che sanno che io havevo preso denari da li Madaleni, e per questo io non havevo fatto bruciare le lor case, e che dubitano che s’havrò questo Genese in mano io lo lasci per danari. Se appresso all’insolentie che per tutto il paese fanno questi di Simon prete, come vostra excellentia ne debbe saper qualche cosa (ché già non è mancato per me di darne aviso), et al tenere di continuo banditi ne le ròcche appresso a Bernardello, anchora vostra excellentia vol comportare che non rendano ubidientia al commissario, prego quella che mandi qui uno in mio luogo che habbia miglior stomacho di me a patire queste ingiurie, ché a me non basta la patientia a tolerarle. Io non so quello che vostra excellentia determini circa a Bernardello, che non havendo pace da alcuno di suoi nimici, de infiniti che n’ha, debbia stare nel paese dovunque voglia, e col favore di questi da le Verugole havere sempre séguito di compagnia armata, e ne’ suoi bisogni haver ricorso ne la miglior fortezza che in queste parti habbia vostra excellentia, tuttavia séguiti di mettere taglie, come altre volte n’ho scritto et ancho mandato a dire a bocca pel capitano de la Ragione. Ma se né a questo, né alli assassinamenti che fa Battistino Magnano e Donatello et altri ribaldi che hanno preso il campanile di Carreggini e vi sono stati parecchi giorni dentro come in una lor fortezza, non pare a vostra excellentia di provedere, io non me ne debbio pigliar più cura che essa voglia. Ma dove importa tanto smaccamento de l’honor mio, io vo’ gridare e farne instantia, e pregare e suplicare vostra excellentia che più presto mi chiami a Ferrara, che lasciarmi qui con vergogna: in buona gratia de la quale mi raccomando.

Castelnovi, 30 Ianuarij 1524.
Servitor Ludovicus Ariostus.