Lettera 125

Castelnuovo, 20 novembre 1523, al Duca Alfonso I d’Este

Ariosto, sollecitato dal Duca, informa il proprio signore sui risultati delle indagini circa presunti reclutamenti di truppe per l’esercito Fiorentino nei territori della Garfagnana. Gli informatori non hanno trovato riscontro – se non in una notizia che ad Ariosto pare “una fola” – alle preoccupazioni del duca. A sorpresa, troviamo che chi consegna la lettera è Moro del Silico, già acerrimo nemico dell’Ariosto, ora arruolato, insieme ad alcuni suoi sodali, come valente recluta dell’esercito del ducale. Si delinea poi con chiarezza la misera condizione economica del Silico, che ritarda la sua venuta a Ferrara in quanto incapace di pagarsi le spese di viaggio prima della raccolta delle castagne.


Illustrissimo et excellentissimo Domino D. meo sing.mo Domino Duci Ferrariae etc. In Castris herberiae.

Illustrissimo et excellentissimo Signor mio. Sùbito ch’io hebbi una di Vostra Signoria data a’ dieci di questo, la quale mi fu portata per un di Frignano a’ 16, sùbito mandai una persona di qui, assai destra, a Pescia et indi a Pistoia, e per altra via ho cercato et ho havuto aviso da Pisa e da Pietrasanta, e per un’altra da Barga, e non trovo che in alcuno di questi luoghi si faccia o se intenda ch’in altra terra di fiorentini si faccia gente d’alcuna sorte. Solo passando di qui un fante di questo paese cercava di comprare certi scoppietti: gli fu domandato che ne voleva fare: rispose che Polinoro da Vallico, homo pur subdito di vostra excellentia, haveva commissione da uno che guardia la porta di Pietrasanta di fare 150 fanti, con li quali haveva a passare in Lombardia per la via di Fornovo per intrare in un castello di non so che gentilhomo, ma non sapeva exprimere il nome né il loco: pur non ho poi sentito altro, e credo che ancho questa sia una fola. È ben vero che questo Polinoro è molto del conte Guido Rangone, et è stato molto tempo con lui soldato in Modana et altrove; io havrei mandato per lui, ma non si lascia trovare per essere molto fitto di debiti in questa terra. Se pare a vostra excellentia che s’habbia a rinovar la grida che nessuno possa ire al soldo fuore, me ne dia aviso: io la feci bene a’ dì passati, anchore che io non n’havesse commissione. Li exhibitori di questa seranno il Moro dal Silico e li altri fratelli, de li quali a’ dì passati vostra excellentia mi scrisse che io facessi che venisseno in campo, che darebbe lor soldo; si excusano se fin qui hanno diferita la loro venuta: è stato per povertà e non havere havuto il modo di levarsi; il che molto ben ho lor creduto perché so che sono poveri. Hora che hanno colte certe loro castagne, che è quella poca facultà che hanno, vengono; se vostra excellentia darà lor recapito, credo che ne havrà buon servitio, perché credo che sieno valenti, e fidelissimi a chi servono. Altro non occorre: in buona gratia di vostra excellentia mi raccomando sempre.

Castelnovi, 20 novembris 1523.

Io feci che Pierino Magnano scrisse a Pistoia ad un suo amico fingendo che haveva sentito che vi si dava danari, il che essendo vero voleva mandare certi suoi amici a pigliarne: questa è la risposta ch’io mando qui inclusa.

Servitor Ludovicus Ariostus.

METADATI

  • Mittente:
  • Destinatario: Alfonso I d’Este
  • Data: 20 novembre 1523
  • Luogo di spedizione: Castelnuovo
  • Collocazione: ASMo, Archivio segreto estense, Cancelleria, Archivio per materie, Letterati, b.3, fasc. 37.