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Lettera 39
Castelnuovo, 22 giugno 1522, al duca Alfonso I d’Este
Ariosto fa presente ad Alfonso che i riguardi usati dal Duca agli uomini della vicaria di Camporeggiano li rendono tracotanti (li inasinisce) al punto che non attribuiscono il giusto compenso a chi fa eseguire una condanna capitale (è il caso del capitano Raffaele da Carrara, che non ha avuto le 50 lire che gli spettavano per aver fatto giusitiziare quel ribaldo). Nella seconda parte della lettera si informa il Duca della nuova appena giunta secondo cui alcuni fanti mercenari imbarcatisi alla volta di Genova, assediata dagli spagnoli, erano caduti in un agguato teso o dell’ammiraglio genovese Andrea Doria o dell’ammiraglio Bernardino d’Airasa, entrambi a servizio dei francesi.
Illustrissimo et excellentissimo Domino meo singularissimo Domino Duci Ferrariae. Ferrariae.
Illustrissimo et excellentissimo Signor mio. Le troppe gratie che vostra excellentia fa a questi homini de la Vicaria di Camporeggiano li inasinisce, ché più honesto vocabolo non so loro attribuire, e nessuna cosa son per far mai se non per forza. Io dico questo, ché mi par che usino gran torto al Capitano di Camporeggiano, ché, havendo esso fatto giustitiare quel ribaldo c’haveva in prigione, e, per li ordini et usanza che qui è, dovendo per questo havere lire cinquanta, negano, per quanto me ne avisa il capitano, di volerlo sodisfare; e credo che vorrano havere ricorso a vostra excellentia confidandosi che così come quella è lor benigna e liberale nel suo particulare, così ancho debbia lor essere in quello che con gran fatica e continuo fastidio li officiali si guadagnano. Suplico vostra excellentia habbia raccomandato il capitano, perché è da bene e dotto e buono e fidele servitore di quella, per accrescergli l’animo a lui et a gli altri officiali di punir li tristi. Appresso gli significo che hora son capitati qui alcuni che vengono di Maremma, che dicono che molti fanti, c’havevan preso denari a Pisa e poi s’erano imbarcati a Livorno per ire alla guardia di Genua, son stati tenuti in posta da mastro Andrea Dorio, o sia da frate Bernardino, ad un luogo detto Meloria, e morti, feriti e presi con li legni che li conducevano. O vera o falsa che sia la nova, la do a vostra excellentia nel modo che io l’ho; in bona gratia de la quale humiliter mi raccomando.
Ex Castelnovo, 22 Iunij 1522.
humilis Servitor Ludovicus Ariostus.
METADATI
- Mittente: Ludovico Ariosto
- Destinatario: Alfonso d’Este
- Data: 22 giugno 1522
- Luogo di spedizione: Castelnuovo
- Collocazione: ASMo, Archivio segreto estense, Cancelleria, Archivio per materie, Letterati, b.3, fasc. 9.