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Lettera 65
Illustrissimo et excellentissimo Domino domino meo singularissimo Domino Duci Ferrariae etc. Ferrariae.
Illustrissimo et excellentissimo Signor mio. Hora ho ricevuto una di vostra excellentia, per la quale quella m’instruisce quanto ho da fare contra questi banditi, li quali di nuovo hanno fatto li excessi de che il capitano de la ragione havea dato aviso; ma perché per un’altra mia, la quale per la via del commissario del Frignano ho dirizata a vostra excellentia, io aviso quanto poi ho fatto, e qual sarebbe il mio disegno per havere questi ribaldi ne le mani, non farò altro fin che da quella non ho nuova commissione. Le case sempre si ponno bruciare, ma non già sono atto d’avere li delinquenti ne le mani, se non aspettando il tempo et usando grande industria; pur io manderò la lettera di vostra excellentia al commissario del Frignano, acciò che ad ogni mia richiesta mi subministri le genti e l’aiuto di che io lo ricercherò. Li homini del Poggio, per haver negato di seguitare il capitano de’ balestrieri, e per haver prima dato mangiare e bere alli banditi, benché io creda più presto per paura che per volontà, pur, per non havere fatto il debito loro di dar la campana a martello, o di mandare ad avisare l’officio, et etiam perché sieno exempio a gli altri, ho condennato secondo il tenore de le mie gride in 200 ducati; et ancho penso di non lasciare quelli di Camporeggiano impuniti, se con ragione potrò procedere: ma fanno assai excuse, che li banditi erano molti più in numero che tutto quel popolo, e che li balestrieri nostri giunseno improviso, e così presto furon rotti, che essi non hebbono tempo di pigliar l’arme. Pur la cosa s’intenderà. E similmente del commun di Ponticossi, che fu richiesto e non vòlse seguire; e s’io potrò condennarli, non havrò loro remissione. A vostra excellentia starà poi a far la gratia, ne la qual spero che havrà rispetto a far satisfare il capitano e quel povero balestriero del quale il cavallo peritte, de loro interesse. Appresso, perché si approxima il tempo che questo capitano de la Ragione sit functus officio, ché questo giugno è il suo termine, io dubito di restar qui senza compagno, o vero che sia mandato in suo loco uno che non sia così a proposito de l’officio come è lui, che, come altre volte ho scritto e detto a bocca, è virile et homo da farsi temere et ubidire, et esso con la sua severità tempera quel mio difetto che alcuni di Castelnovo m’hanno imputato, cioè di essere troppo buono; dove se fusse mandato qui un altro che similmente fusse troppo buono, dubito che l’uno e l’altro insieme faria una mistura che valeria poco: per tanto prego vostra excellentia a far che non si parta finché ella non habbia provisto d’un altro simile a lui: che almeno non si parta di qui per tutto agosto. Altro non occorre al presente: in buona gratia di vostra excellentia humillime mi raccomando.
Castelnovi, 16 Aprilis 1523
humillimus Servitor Ludovicus Ariostus.