Lettera 140

Illustrissimo et excellentissimo Domino domino meo sing.mo Domino Duci Ferrariae etc. Ferrariae.

Illustrissimo et excellentissimo. Circa quanto vostra excellentia per ricuperatione de l’honor mio <ha deter>minato che s’habbia a fare quando sarà tempo di confirmare o di <eleggere> di nuovo il potestà di Trasilico, io ne resto molto ben con<tento> e satisfatto da quella, alla quale rendo infinite gratie; così <di> questo, come ancho di haver comesso che Genese mi sia dato <ne> le mani, il quale, prima che le lettere di vostra excellentia sien giunte, io l'<ha>vevo havuto: e così l’ho nel fondo de la torre con li ferr<i> a’ piedi, né temo che mi sia tolto, perché non mi fiderò a <comp>iacentia d’huomo del mondo alleggerirli la prigione, <com>e io feci al Moro dal Silico. Domani fo pensiero <di comin>ciare ad examinarlo, ché qui è rimaso luogotenente d<e la Ragione< un m. Achille Granduccio di questa terra, il quale già <fu giu>dice al Maleficio a Ferrara, che serà ottimo <per tale> officio, perché c’è pratico et homo da bene, e <…. tut>tavia con lui. Se poi vostra excellentia vorà manda<re il commissario di> Frignano o altri, il potrà fare: ma non acca<de, perché G>enese è già condennato la vita per la morte <del conte Gio>vanne, ché mastro Ludovico Albinello alhora Capita<no lo ha c>ondennato, e la condennatione appare sul libro de’ Malefi<cij>, sì che non accade a darne altra sententia, e quando ancho <accadesse>, questo mastro Achille si oferisce di fare il bisogno; il <commissario> di Frignano non potria venir qui senza spesa di questa <provin>cia, e questi homini fuggeno le spese più che ponno: se <a> vostra excellentia pare che facciamo la cosa da noi o pur si <aspe>tti altro mandato, quella faccia <il voler suo. Se c>ontra Simon prete io havessi scritto alquanto gagliarda<me>nte, tratto un poco dal sdegno che mi negassino di dar <que>sto prigione, io mi emendo, e non voglio dar la colpa a Simone, perché so che sua intentione era di darmilo sùbito che io lo richiedetti, et ancho li altri suoi figlioli c’hanno più senno erano del medesimo parere; ma solo il, il quale ha assai de l’arrogante e si tien troppo savio, viet&lt,ava in>sieme con Bernardello et altri simili a lui che non mi <fosse> dato. Quando ho mandato a tôrre il prigione, Bernarde<allo insieme> col prete erano andati non so dove: Simone <mi haveva> mandato a dire ch’io lo mandassi a tôrre, e <chiedendomi> scuse e domandandomi cento perdonanze l<o consegnò> alli balestrieri. Serà ben fatto, a mio pa<rere et ancho di> Simone, a non lasciare che Bernardello en<tri per qualche6gt; tempo in quelle ròcche, perché è con troppo dispi<acere di tutto il> paese ch’un scelerato come quello habbia <ad habitarvi> . E se per havere già morto Bertagna, e, merita qualche gratia, secondo le gride <che furono> fatte, s’intende perhò (sì come ancho <fu da me publi>cato) c’habbia gratia havendo le paci da li <suoi nimici, et in>tanto si può contentare d’un salvo condotto, m<a non che> debbia andare per tutta la provincia a suo modo. Circa gli altri banditi, sono stati (come il capitano <ne havrà> riferito a vostra excellentia) un gran pezzo a Cicerana e <poi sono iti> a Careggine, e stato qualche giorno quivi fortificati <nel campa>nile de la chiesa; poi sono ritornati a San Romano <dove> stanno il più del tempo in la canonica di quella chiesa <presso m. Nicolò, cognato> di Pierino Magnano: e quando li balestrieri sono iti a tôrre questo prigione, dicono d’haverli <veduti> da lontano che erano circa diciotto, e mai non vanno in m<eno> di 15, e sempre dove vanno si riducono alle chiese, e <qui>, da chi per amicitia, da chi per paura, si fanno portare mangiare as<sidua>mente da gli homini de la terra; e per questo io non posso conden<vare né> li communi né gli homini particolari, ché non si può provare <che> altrove habbiano recapito che da li preti, contra li quali io n<on ho> authorità: e già l’ho domandata alli vescovi di Lucca <e di S>arzana, e non me l’hanno voluta dare. Io non vegh<o modo> alcuno da farli dar ne la rete, perché li nostri balestri<eri non sono> atti affrontarli per sé; chi domandasse soccorso a lu<chesi e fioren>tini, non credo che mandassino lor bargelli fin qu<i, per esser tr>oppo discosti: e quando ancho li mandassino, no<n potrebbero man>darli tanto secretamente che li banditi non f<ossino advertiti, et ha>vriano tempo di levarsi; né homini del paese m<ai potrei man>dare che non fusson di factione, e qui tutte quest<e famiglie> hanno uno ordine, che come una fazione <si muove>, sùbito quelli de l’adversa parte avisano li lor <seguac>i in l’altre terre. Circa questo, già son parecchi dì <che il commis>sario di Barga è meco in pratica ch’io lo tenga a<visato> dove questo Donatello e Baptistino e li compagni si <ridu>cono, e che quando mi manderà un homo, il quale già io co<bosco et> è de la factione contraria di questi ribaldi, ch’io mandi <sùbito> li balestrieri, perché havrà in ordine parecchi homi<ni da prendere li> assassini: io non ho mancato di far sempre il deb<ito mio, ma> non siamo mai venuti a concl<usione> <sùb>ito in questa terra e di qui volano dove poi bisogna. <Se c>on questi balestrieri fussino dieci o dodici fanti, sì che <senza> richiedere homo del paese io potessi porre venticinque <homini> insieme, il Capitano de’ balestrieri mi dice che anderia per tutto, <e> non lasceria fermare questi tristi in luogo alcuno. Et ha<ve>ndo questo braccio, bisogneria un’altra cosa a mio giudicio: che’l <de>tto capitano havesse commissione da vostra excellentia che in tutti <q>uelli luoghi dove trovassi che banditi fussino alloggiati, <che> ci fussino o non ci fossino li banditi alhora dentro, ca<cciasse sù>bito il foco, e maxime in le canoniche de le chiese, <e most>rassi il capitano farlo come da sé. Io son st<sto più> volte in animo di far bruciar questa canonica <di San Romano>, che non è mai sì povera che non habbia qualche ban<dito; e g>ià due o tre volte v’ho mandato li balestr<ieri> <a>lcuno, che quando sono intrati dentro hanno tr<ovato anchora> il letto caldo, e non è possibile che’l bandi<to non vi fosse alho>ra: pur tutta la terra è stata unanim<e a negare di haverlo> veduto. Questo San Romano è luogo alto, c<he gli homini non> vi ponno ire che non sieno veduti. Io, come <ho detto, volevo> comandar che brugino quella canonica, poi ho h<avuto timore> che quel m. Nicolò che è sollicitatore a Roma non <soffra> qualche fastidio in Roma: ma se vostra excellentia com<and al ca>pitano quanto ho detto, saria un’opera santa; e far <altretanto> al prete da Sillano, a quel da Ogno, da Cicerana, da <Carreggine e> finalmente a quante chiese sono in questo paese, ché <tutte, parte> perché li preti voglion così, parte perché non ponno fare <altrimente, servono di>ricetto di banditi. <Poic>hé vostra excellentia mi scrive che’l comissario di Frignano è per venire prima <a> Ferrara che possa venir qui, io diferirò di mandarli la lettera <a lu>i direttiva, finché da vostra excellentia havrò altro aviso. <Circa> al salvocondotto che questo Genese diceva havere da’ Signore luchesi, <ho> già provisto, sì che non mi potrà obstare; né per quanto intendo li <Signori> luchesi l’havevano fatto, ma l’officiale del luogo dove fu <p>reso, il quale havrà patientia. <Giorn>i sono, vostra excellentia per un’altra sua mi commesse ch’io coman<dassi a Por>phirio e Polinoro da Vallico di venire a trovare <vostra excellentia >, e così mandai sùbito li comandamenti al potestà <di Trasilico> che li mandassi a Vallico, et hoggi m’ha riferito <di haverlo fatto>, e che Porphirio l’ha havuto in persona, quell’ al<tro invec>e l’ha havuto alla casa. S’altro avrò <da riferire a vostra e>xcellentia, lo farò per altre lettere, ché questa è lunga <assai: in buona gra>tia de la quale mi raccomando.

Castelnovi,. Februarij 1524.
Servitor Ludovicus Ariostus